martedì 9 febbraio 2010


Sigmund Freud 1856-1939

LE FASI DELLO SVILUPPO PSICOSESSUALE DI FREUD

S. Freud è di certo l'uomo che agli inizi del secolo scorso rivoluziona le scienze così come la visione della nostra coscienza, tra tutti i suoi studi individua 5 fasi dello sviluppo psicosessuale del bambino a seguito dei suoi studi appunto sullo sviluppo psicosessuale dell'individuo. Ora cero di spiegarle meglio

1.FASE ORALE

Questa fase va dalla nascita ai primi 18 mesi di vita. La durata è legata al tipo di società e alla durata dell'allattamento. In questo periodo il rapporto con il mondo esterno è a scopo nitritivo attraverso la madre; in questa fase la libido, ossia l'energia sessuale del soggetto, si concentra nella bocca che diventa il tramite che lo lega al mondo e gli permette di conoscere e di riconoscere gli oggetti.

2. FASE ANALE

Questa fase va dai 18 ai 37 mesi di vita del b.no. Questo periodo corrisponde allo sviluppo fisico, che permette al b.no di controllare le funzioni sfinteriche, qui comincia a sviluppare l'autostima e l'autonomia. Utilizza le feci, suo primo prodotto, per comunicare con il mondo esterno.

3. FASE FALLICA

Questa fase si sviluppa dai 3 ai 6 anni di vita del b.no.. Qui si sviluppa il complesso di Edipo nei maschi e nelle femmnie il complesso di Elettra. Si sviluppa inoltre il Super-io. Il b.no si rende conto della diversità tra i due sessi e si sviluppa l'invidia del pene per la bambina e la paura della castrazione per il bambino.

4. FASE LATENTE

Questa fase si localizza nell'età scolare dai 6 agli 11 anni. La libido in questa fase è dormiente il bambino sviluppa le amicizie con lo stesso sesso e focalizza l'attenzione sul suo sviluppo fisico.

5. FASE GENITALE

Questa fase inizia nella pubertà e si protrae lungo tutto il resto della vita dell'individuo. L'energia sessuale viene quindi direzionata verso il partner sessuale così da superare il complesso edipico.

lunedì 1 febbraio 2010

Jerome Bruner




Jean Piaget

giovedì 28 gennaio 2010

Gli stadi dello sviluppo cognitivo secondo Piaget e Bruner a confronto

Gli stadi di PIAGET
  • STADIO SENSO MOTORIO: l'intelligenza del bambino si manifesta nelle sue azioni. Questo stadio va dai primi 18 mesi di vita, differenziandosi in 6 sotto stadi evolutivi.
  • STADIO PRE-OPERATORIO: è il periodo in cui si attua il passaggio dell'azione pratica al pensiero. Il bambino è in grado di pensare grazie a immagini e simboli.
  • STADIO DELLE OPERAZIONI CONCRETE: il bambino è in grado di rappresentare mentalmente alcune azioni anche se sono complesse. Sarà capace di conservare la quantità, lunghezza e numero.
  • STADIO DELLE OPERAZIONI FORMALI: dai 12 anni in poi, si sviluppa nell'adolescente la capacità di analizzare tutte le possibilità di soluzioni e cambiamenti per risolvere un dato problema. -> reversibilità

Gli stadi di BRUNER

Lo psicologo Jerome Bruner pur essendo di orientamento cognitivista propone una teoria nell'ambito dello sviluppo cognitivo completamente diversa da quella di Piaget. Bruner infatti si orienta sui processi mentali mentre Piaget si era orientato sulle strutture mentali. L'evoluzione dell'individuo (dalla nascita all'adolecenza) secondo Bruner si attua attraverso il passaggio di 3 forme di "rappresentazione":

- LA RAPPRESENTAZIONE ESECUTVA: è caratterizzata dal primo anno di vita dove, il bambino inizia già ha fare programmi nella percezione, nell'attenzione, nella manipolazione e nell'interazione sociale.
- LA RAPPRESENTAZIONE ICONICA: circa a un anno di vita il bambino seleziona le caratteristiche dei vari oggetti e delle varie situazioni per poi utilizzarli per i propri scopi.

- LA RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA: inizia verso i due anni di età dove il bambino si serve del linguaggio. La fase simbolica viene acquisita in modo idoneo verso i 10-11 anni di età.

Conclusioni

Gli stadi di Piaget sono immobili ossia statici e secondo l'autore tutti si succedono in ordine cronologico; contrariamente per Bruner i suoi stadi sono dinamici e non si susseguono sempre in ordine cronologico poichè lui tiene presente la componente socio-culturale che influenza i procesi mentali e lo sviluppo cognitivo del bambino.

martedì 26 gennaio 2010

Il pensiero e il linguaggio secondo Vigotskij

Secondo l'autore il pensiero e il linguaggio hanno diverse origini. Il pensiero ha un'origine interna e con questo concorda con Piaget nel ritenere che il pensiero nasca tramite l'azione senso-motoria sulla realtà. Il linguaggio invece ha un'origine esterna, viene cioè appreso dal bambino tramite l'ambiente fatto da persone che usano il linguaggio. Il linguaggio infatti esprime fin dall'inizio la sua natura sociale, il bambino inizia a parlare per mettersi in rapporto con l'altro, pr richiedere attenzione risposte ai suoi bisogni con modalità sempre più comunicative; progressivamente il linguaggio tende all'interiorizzazone, cioè serve sempre più d'aiuto alla riflessione. Successivamente quando subentra il linguaggio egocentrico si unisce anche il pensiero che prima seguiva una strada diversa. Nel percorso di pensiero e linguaggio quest'ultimo tende sempre più all'interiorizzazione e il pensiero tende progressivamente ad esteriorizzarsi.

L' importanza della fiaba

La psicoanalisi ha fornito molte interpretazioni alla fiaba perchè nel linguaggio simbolico di cui si avvale la psicoanalisi, le esperienze interiori, i pensieri, i sentimenti vengono espressi come se fossero avvenimenti esterni, ricchi di esperienze sensoriali. Un grande contributo all'analisi e alla valorizzazione pedagogico-didattica della fiaba si deve a Bruno Bettelheim.

L'auore sostiene infatti che la fiaba abbia una funzione catartica che permette di prendere coscienza del conflitto, come ad esempio l' "odio edipico per i genitori, la gelosia per i fratelli, l'aggressività, l'isicurezza etc.., e di spostarla sul'oggetto simbolico. la magia della fiaba è così legata ai sentimenti infantili di onnipotenza ed esercitano un ruolo importante per la rimozione dei conflitti e delle lotte del bambino all'interno del suo ambiente. Il bambino nella ricerca (all'interno della fiaba) non può essere soddisfatto da risposte razionali ma da risposte di tipo proiettivo che possano soddisfare la sua libido, i desideri inconsci più profondi e i conflitti.

lunedì 25 gennaio 2010

L' importanza del gioco nell'età evolutiva


Jean Piaget per ogni stadio sullo sviluppo cognitivo del bambino ha associato tre stadi di sviluppo del comportamento ludico:


  1. gioco di esercizio

  2. gioco simbolico

  3. gioco con regole

Questi tre stadi sono molto importanti e necessari per lo sviluppo psicologico e sociale del bambino e per questo le attività ludiche devono essere sempre garantite e tutelate.